Come ben illustrato dal punto di vista chimico in acido isocianurico le piscine trattate con cloro isocianurato (la
tipologia di trattamento più diffusa nelle piscine private, sottoforma di pastiglioni, granulato, polvere,…)
presentano, , dopo alcuni mesi di utilizzo in assenza di forti ricambi d'acqua, il fenomeno della “sovrastabilizzazione
“ ovvero un eccesso di acido isocianurico (stabilizzante) che impedisce al cloro
dosato di fare la sua normale funzione.
Per questo è fondamentale il corretto
ricambio d’acqua (min 2,5%/giorno secondo norma UNI 10637) e, in particolare, nelle
piscine all'aperto, diventa improponibile l’idea di conservare l’acqua per più
stagioni: se l’esigenza fosse dettata solo da considerazioni economiche ai
prezzi attuali dell’acqua, la quantità di prodotto chimico che sarebbe
necessario dosare (e sprecare) sarebbe sicuramente più costosa dell’acqua
stessa, senza considerare tutti i vantaggi igienici derivanti
da una stagione che comincerebbe in condizioni ottimali (spesso l'acqua "vecchia" ha pH anomalmente basso, poca trasparenza,...).
Per piscine con sistemi di cloroelettrolisi (sale), oppure trattate con
ipoclorito di sodio o ipoclorito di calcio, tutte le sopraccitate considerazioni
non sono valide (in realtà si innescano altre problematiche legate ai
cloruri,…), pur rimanendo comunque una buona pratica quella di cambiare l’acqua
ogni stagione
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